Latino

Cerca un argomento

Ambizioni smodate

Autore

Seneca

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Cnaeo Pompeio in externis ac domesticis bellis…

La versione termina con:

…turbinum more, qui rapta convolvunt

Traduzione

Nell’intraprendere guerre esterne e civili Gneo Pompeo non era spinto dal valore o dalla ragione, ma da un insano desiderio (letteralmente non spingeva Gneo Pompeo il valore o la ragione, ma un insano desiderio) di conseguire una falsa grandezza.

Andava ora in Spagna per la spedizione contro Sertorio (letteralmente contro le armi di Sertorio), ora a tenere a freno i pirati e a pacificare i mari; questi motivi erano addotti come pretesto per protrarre il potere.

Che cosa lo trascinò in Africa, che cosa (lo trascinò) a settentrione, che cosa (lo trascinò) contro Mitridate e in Armenia e in tutti gli angoli dell’Asia?

Senza dubbio uno smisurato desiderio di crescere, poiché solo a lui sembrava di essere poco grande; gli altri, al contrario, ritenevano che dovesse essere soprannominato Magno.

Che cosa spinse Cesare, che si era procurato abbastanza gloria sottomettendo i Galli, alla rovina dello Stato?

La gloria e l’ambizione e nessuna moderazione nell’eccellere sugli altri.

Non riuscì a sopportare nessuno (letteralmente uno solo) davanti a sé e volle mandare in rovina Pompeo insieme allo Stato.

Forse Gaio Mario, mentre annientava i Teutoni e i Cimbri, mentre inseguiva Giugurta per i deserti dell’Africa, riteneva che tanti pericoli dovessero essere affrontati per un impulso del valore?

Mario guidava l’esercito, l’ambizione di comandare guidava Mario.

Tutti costoro, mentre sconvolgevano tutte le cose, venivano sconvolti a propria volta (letteralmente essi stessi) da un insano desiderio di gloria alla maniera dei turbini, che avvolgono e trascinano via le cose (letteralmente che avvolgono le cose, dopo che sono state trascinate via).