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La Corsica antica

Autore

Livio

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Corsica neque amplitudine neque opibus cum Sardinia…

La versione termina con:

…ex quibus facile principes sunt urbes Aleria et Nicaea

Traduzione

La Corsica non deve essere confrontata con la Sardegna né per estensione né per ricchezze; tuttavia, tra le isole è al terzo posto (letteralmente occupa il terzo posto) per grandezza.

Gli abitanti tramandano che prese il nome da Corsa, una donna, che a loro dire fu trasportata da un toro dalla Liguria su quest’isola (letteralmente che raccontano che un toro trasportò dalla Liguria su quest’isola).

È montuosa e impervia e completamente inaccessibile nella maggior parte dei luoghi; perciò (l’isola) nutre anche uomini simili al territorio, privi di qualsiasi comportamento umano (letteralmente con nessun comportamento umano), quasi più intrattabili delle bestie stesse.

Ridotti in schiavitù, a stento diventano civili per abitudine, ma o muoiono per l’incapacità di sopportare la fatica o sono fastidiosi per i padroni a causa dell’ostinazione e della stupidità.

L’isola abbonda di miele, ma di sapore amaro, quale nasce dal fiore di bosso, che la Corsica produce in grandissima quantità (letteralmente molto e fittissimo).

Lo stesso (fiore) tuttavia è considerato molto salutare; e ci sono quelli che ritengono che gli uomini in Corsica diventino longevi per il fatto che mangiano di continuo questo miele.

Le città (non sono) né grandi né piene di gente, ma in ogni caso se ne contano più di trenta (letteralmente sono contate sopra trenta), tra le quali le città principali sono senza dubbio Aleria e Nicea.