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Democrito scopre l’ingegno di Protagora

Autore

Gellio

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Protagoras de proximo rure in oppidum Abderam…

La versione termina con:

…abduxitque eum statim secumque habuit

Traduzione

Protagora portava dalla vicina campagna nella città di Abdera parecchi ceppi di legno, circondati da una cordicella corta.

Allora per caso quel famoso Democrito, cittadino di quella città, uomo più venerabile degli altri (letteralmente venerabile più degli altri) per virtù e filosofia, uscendo fuori dalla città e avendo visto che quello procedeva speditamente con quel tipo di carico, si avvicinò e osservò la legatura e la disposizione del legno, fatta con abilità e perizia, e chiese che si riposasse un po’.

E quando Protagora fece ciò e parimenti Democrito notò che quel mucchio, legato con un laccio corto, era mantenuto in equilibrio ed era tenuto insieme in un modo quasi geometrico, gli chiese chi avesse disposto così il legno.

Poiché quello disse che era stato disposto da lui, (Democrito) desiderò che lo slegasse e che lo disponesse di nuovo nello stesso modo.

Ebbene, dopo che quello lo ebbe slegato e lo ebbe ricomposto nella stessa maniera, allora Democrito, ammirando l’acume e l’ingegnosità di quello, disse: “Mio giovane, poiché hai la predisposizione alla meticolosità (letteralmente a fare bene), ci sono cose maggiori e migliori che potresti fare con me” e lo portò via e lo tenne con sé.