Greco

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L’educazione di Eracle

Autore

Pseudo Apollodoro

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Ἐδιδάχθη δὲ Ἡρακλῆς ἁρματηλατεῖν…

La versione termina con:

…δὲ οὔτε τοξεύων οὔτε ἀκοντίζων

Traduzione

Eracle imparò (letteralmente fu istruito) a guidare il carro da Anfitrione, a lottare da Autolico, a tirare con l’arco da Eurito, a combattere con le armi da Castore, a cantare con l’accompagnamento della cetra da Lino.

Costui1 era fratello di Orfeo; dopo essere giunto a Tebe ed essere diventato Tebano, essendo stato colpito con la cetra da Eracle, morì; (Eracle) infatti, essendosi arrabbiato per il fatto che quello lo rimproverava, lo uccise.

Poiché alcuni intentarono un processo per omicidio contro di lui, lesse ad alta voce la legge di Radamanto, che diceva2 che è innocente (colui) che si difende da un aggressore (letteralmente da chi ha dato inizio a mani ingiuste), e così fu assolto.

Anfitrione, temendo che facesse di nuovo qualcosa di simile, lo mandò tra le mandrie di bestiame.

E lì, cresciuto, superò tutti in statura e forza.

Ed era evidente, osservandolo (letteralmente essendo stato osservato), che era figlio di Zeus; aveva infatti il corpo di quattro cubiti, sprizzava dagli occhi un bagliore di fuoco.

Non falliva né tirando con l’arco né usando il giavellotto.

1 Lino.

2 Il soggetto è Radamanto, non la legge.