Greco

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Elogio dei caduti alle Termopili

Autore

Diodoro Siculo

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Ὧν τὰς ἀρετὰς τίς οὐκ ἂν θαυμάσειεν…

La versione termina con:

…τὰς καλλίστας νίκας ἀπενηνεγμένων

Traduzione

Chi non ammirerebbe i meriti di questi?

Costoro, agendo unanimemente (letteralmente servendosi di un’unica opinione), non abbandonarono la posizione assegnata dalla Grecia, ma offrirono volentieri la propria vita per la salvezza comune dei Greci e preferirono morire valorosamente piuttosto che vivere vergognosamente.

E nessuno dubiterebbe che ci sia stato lo spavento dei Persiani.

Chi infatti dei barbari avrebbe (mai) previsto il fatto?

Chi si sarebbe aspettato che, nonostante fossero cinquecento di numero, avrebbero osato opporsi a cento miriadi?

Perciò anche tra i posteri chi non cercherebbe di eguagliare il valore degli uomini che, incalzati dalla gravità della situazione, furono abbattuti nei corpi, ma non furono sconfitti negli animi?

E dunque questi soli, pur essendo stati vinti, tra quelli che vengono ricordati sono diventati più celebri degli altri che hanno riportato le più belle vittorie.