Greco

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Elogio di Elena

Autore

Isocrate

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Οὐ γὰρ μόνον ἀθανασίας ἔτυχεν…

La versione termina con:

…εἰς ἅπαντα τὸν αἰῶνα κατεστήσατο

Traduzione

Non solo infatti ottenne l’immortalità, ma, avendo ricevuto un potere pari agli dei, per prima cosa elevò a dei i (propri) fratelli, che erano già morti (letteralmente fermati dalla sorte); volendo rendere credibile la trasformazione, concesse loro onori così evidenti che, se vengono visti da quelli che si trovano in pericolo in mare, salvano quelli che li invocano con devozione.

Dopo queste cose fu talmente riconoscente (letteralmente restituì un tale favore) a Menelao per le fatiche e i pericoli che sopportò per lei che, nonostante l’intera stirpe dei discendenti di Pelope fosse stata cancellata e fosse incorsa in mali irrimediabili, non soltanto lo1 tenne lontano da quei mali, ma, avendolo reso un dio al posto che un mortale, se lo prese come sposo e compagno per l’eternità (letteralmente per tutto quanto il tempo).

1 È riferito a Menelao (Elena cioè fa in modo che Menelao non patisca i mali che hanno afflitto la stirpe di Pelope, stirpe a cui appartiene anche lui).