Greco

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Il giovane Pericle

Autore

Plutarco

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Ὁ δὲ Περικλῆς νέος μὲν ὢν σφόδρα…

La versione termina con:

…κατ’ἐκείνου παρασκευαζόμενος

Traduzione

Pericle, mentre era giovane, stava molto in guardia dal popolo.

E infatti sembrava essere simile per aspetto al tiranno Pisistrato, inoltre i più anziani erano colpiti per la somiglianza nella sua voce, che era piacevole, e nella parlantina, scorrevole e veloce nel dibattere.

Poiché disponeva di ricchezza, di una stirpe illustre e di amici molto potenti (letteralmente che potevano moltissimo), temendo di essere ostracizzato, non si occupava di nessuna delle faccende politiche, invece fu un uomo valoroso e intrepido nelle faccende militari.

Poiché Aristide morì e Temistocle fu esiliato e inoltre le faccende militari tenevano spesso Cimone fuori dalla Grecia, Pericle si dedicò al popolo comportandosi in questo modo, preferendo al posto dei pochi ricchi le vicende dei molti poveri contrariamente alla propria natura, che non era per niente democratica.

Ma, a quanto pare, poiché temeva di dare l’idea di aspirare alla tirannide (letteralmente di incappare nel sospetto di tirannide), vedendo che Cimone era aristocratico1 e che era specialmente benvoluto dagli uomini nobili, si ingraziò la moltitudine (letteralmente i molti), procurandosi da un lato sicurezza, dall’altro forza contro quello.

1 Cioè che difendeva gli interessi della fazione aristocratica.