Greco

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Hermes ruba le vacche di Apollo

Autore

Pseudo Apollodoro

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Μαῖα μὲν οὖν ἡ πρεσβυτάτη Διὶ συνελθοῦσα…

La versione termina con:

…διὰ τὸ μὴ εὑρεῖν ἴχνος δύνασθαι

Traduzione

Maia dunque, (che era) la più anziana, dopo essersi unita a Zeus, partorì Ermes in una grotta del Cillene1.

Questo, che era in fasce (letteralmente nelle prime fasce) nella culla, dopo essere sgattaiolato fuori, giunse in Pieria2 e rubò le vacche che Apollo conduceva al pascolo.

Affinché non fosse scoperto per via delle orme, mise dei calzari attorno alle (loro) zampe e, dopo averle portato a Pilo, ne nascose alcune (letteralmente le rimanenti) in una grotta e, avendone invece sacrificate due, inchiodò le pelli (di queste) alle rocce e delle carni alcune le mangiò, dopo averle fatte cuocere, altre le bruciò.

E tornava velocemente al Cillene.

E trovò davanti alla grotta una tartaruga, che si nutriva.

Dopo averla ripulita e avere teso lungo il guscio corde (ricavate) dalle vacche che aveva sacrificato, avendo realizzato una lira, inventò anche il plettro.

Apollo, cercando le vacche, giunse a Pilo e interrogò gli abitanti.

Quelli dissero di avere visto un bambino che le conduceva, ma di non essere in grado di dire dove le avesse mai condotte per il fatto di non riuscire a trovare una pista3.

1 Monte dell’Arcadia.

2 Regione della Macedonia.

3 Cioè di non riuscire a individuare alcun segno delle orme delle vacche per terra.