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I pomi delle Esperidi (Gymnasion 1)

Traduzione della versione I pomi delle Esperidi del libro Gymnasion 1:

Euristeo ordinò a Eracle di rubare1 e di portargli i pomi d’oro che Gea, quando Zeus sposò Era, aveva donato alla dea.

L’albero dei pomi era in un giardino presso il monte di Atlante, e a guardia del giardino c’era un drago, che aveva cento teste (letteralmente e custodiva il giardino un drago, a cui erano cento teste), temibilissimo per gli uomini e per gli dei.

Poiché il drago non sembrava sufficiente a custodire i pomi, Era aveva mandato nel giardino anche tre Ninfe, figlie della Notte, chiamate Esperidi, che incutevano paura con oscuri incantesimi (letteralmente che erano temibili servendosi di oscuri incantesimi), e avvolgendo inoltre tutto quanto nelle tenebre (letteralmente e oltre a queste cose nascondendo tutte le cose con il buio) non lasciavano che i pomi d’oro si distinguessero2 da quelli comuni.

Eracle arrivò al giardino e dopo una lunga ricerca, aiutato da Atlante (letteralmente aiutandolo Atlante), rubò i pomi d’oro e li portò ad Euristeo.

Va bene anche “portare via” (come indica il vocabolario del libro), ma la traduzione riportata sopra sta meglio.

O anche “fossero distinti” (entrambe le traduzioni sono corrette).