Latino

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L’incendio di Nicomedia

Autore

Plinio il Giovane

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Cum diversam partem provinciae circumirem…

La versione termina con:

…erit difficile custodire tam paucos

Traduzione

Mentre facevo il giro della parte opposta della provincia, a Nicomedia un grandissimo incendio distrusse molte case di privati cittadini e due edifici pubblici, il collegio degli anziani1 e il tempio di Iside, nonostante ci fosse in mezzo una strada.

Poi (l’incendio) si propagò più diffusamente dapprima per l’intensità del vento, poi per l’inerzia degli uomini, che certamente stettero a guardare un simile disastro indolenti e immobili (letteralmente che è abbastanza evidente che rimasero indolenti e immobili come spettatori di un disastro tanto grande).

E per il resto non c’era da nessuna parte nessuna pompa2, nessun secchio, nessuno strumento insomma per arrestare gli incendi.

E queste cose, come ho già dato ordine, saranno allestite.

Tu, signore, vedi se convenga creare (letteralmente vedi se ritieni che debba essere costituita) una squadra di pompieri di non più di centocinquanta uomini.

Io farò attenzione che nessuno venga ammesso, se non pompiere, e che (nessuno) faccia uso dell’autorità concessa per altro.

E non sarà difficile sorvegliare così pochi (uomini).

1 Si trattava di un edificio in cui venivano ospitati a spese pubbliche i cittadini anziani più meritevoli.

2 Il “sipho” (o “sipo”), da cui deriva la parola italiana “sifone”, era il macchinario utilizzato per pompare acqua durante gli incendi.

3 Il termine “praecipi” che compare nel brano equivale a “praecepi” (cioè è un indicativo perfetto del verbo “praecipio”).