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La ninfa Eco

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La versione inizia con:

Echo esimiae formae nympha fuit…

La versione termina con:

…sonus est qui vivit ex illa

Traduzione

Eco fu una ninfa di straordinaria bellezza, che, mentre Giove si incontrava con qualche ninfa, tratteneva Giunone con discorsi lunghi e allettanti, affinché non potesse sorprendere le amanti.

Dopo che la dea si fu accorta di ciò, per punire la ninfa la privò della facoltà di parlare e fece in modo che potesse ripetere con la voce soltanto gli ultimi suoni delle parole che sentiva.

Per questo motivo Narciso, che Eco amava, respinse l’infelice fanciulla.

La ninfa provò così tanto dolore che da quel giorno si nascose con vergogna nelle foreste e visse nelle grotte (letteralmente si nascondeva pudibonda…e viveva), nascondendo le proprie fattezze con le fronde.

Tuttavia, l’amore le restò addosso e il dolore di essere stata respinta (letteralmente di colei che era stata respinta) crebbe; le continue inquietudini logorarono il triste corpo e la magrezza fece raggrinzire la pelle e il sangue si dissolse nell’aria; restarono soltanto la voce e le ossa; e queste1 presto si trasformarono in pietra e rimase soltanto la voce.

Questa2 spesso si sente nelle valli e sui monti e la misera fanciulla non si vede; è il suo suono che è rimasto in vita (letteralmente è il suono che vive da quella).

1 Le ossa.

2 La voce.