Greco

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Morire per la patria dà gloria eterna

Autore

Iperide

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Χαλεπὸν μὲν ἴσως ἐστὶ τοὺς ἐν τοῖς τοιούτοις ὄντας…

La versione termina con:

…ἐπίτροπος αὐτοῖς τῶν παίδων καταστήσεται

Traduzione

Probabilmente è difficile consolare quelli che versano in simili sofferenze; i lutti infatti non vengono placati né con un discorso né con una legge, ma l’indole di ciascuno e l’affetto verso il morto determinano il limite del lamento (letteralmente ha la delimitazione dell’addolorarsi).

Tuttavia, è necessario farsi coraggio e liberarsi del dolore per quanto possibile e ricordarsi non soltanto della morte dei defunti (letteralmente di quelli che sono morti), ma anche del valore che hanno lasciato.

Se infatti hanno patito cose degne di lamenti funebri, tuttavia hanno compiuto (cose degne) di grandi lodi.

Se non presero parte alla vecchiaia mortale1, tuttavia hanno ottenuto una fama eterna e sono stati del tutto felici.

Gli elogi dei Greci saranno i figli immortali per quelli che tra di loro sono morti privi di figli (letteralmente quanti di loro infatti sono morti privi di figli, gli elogi dei Greci saranno i loro figli immortali); la benevolenza della patria sarà invece tutrice dei figli di quelli che ne hanno lasciati (LETTERALMENTE quanti invece hanno lasciato dei figli, la benevolenza della patria sarà per loro tutrice dei figli).

1 Se cioè sono morti prima di potere invecchiare come il resto dei mortali.