Analisi grammaticale

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Il passaggio dei nomi dal singolare al plurale

Quando un nome singolare passa al plurale, cambia la desinenza (cioè la parte finale della parola) secondo questo schema:

Nomi femminili in -a
ae
StradaStrade
Nomi maschili in -a
ai
PoetaPoeti
Nomi maschili e femminili in -o / -e / -i
o / e / ii
LupoLupi
NipoteNipoti
CrisiCrisi

Ci sono tuttavia dei casi particolari che non seguono questo schema:

1) I nomi in -ca e -ga:

  • se sono femminili, hanno il plurale in che e ghe
  • se sono maschili, hanno il plurale in chi e ghi
AlgaAlghe
StrategaStrateghi

2) I nomi in -co e -go:

  • se sono piani (cioè hanno l’accento tonico sulla penultima sillaba), hanno il plurale in chi e ghi
  • se sono sdruccioli (cioè hanno l’accento tonico sulla terzultima sillaba), hanno il plurale in ci e gi
BrùcoBrùchi
MèdicoMèdici

Questa regola però non è fissa e talvolta possono esserci delle eccezioni:

AmìcoAmìci

3) I nomi in -cia e -gia:

  • se c e g sono precedute da una vocale, hanno il plurale in cie e gie
  • se c e g sono precedute da una consonante, hanno il plurale in ce e ge
ValigiaValigie
SpiaggiaSpiagge

Se però l’accento della parola cade sulla i di cia o di gia, la i si conserva in ogni caso, anche se prima c’è una consonante (altrimenti non avremmo più la lettera su cui cade l’accento della parola):

AllergìaAllergìe

4) I nomi in -io:

  • se la i è accentata, hanno il plurale in ii
  • se la i non è accentata, hanno il plurale in i
FormicolìoFormicolii
BàcioBàci

5) Alcuni nomi, che al singolare sono maschili e terminano in -o, al plurale diventano femminili e terminano in -a:

UovoUova
GinocchioGinocchia

6) Alcuni nomi presentano un plurale irregolare, ad esempio:

DioDei
BueBuoi
TempioTempi