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Le proposizioni oggettive

Le proposizioni oggettive in greco rappresentano una delle tre funzioni che può assumere una proposizione dichiarativa (insieme alle proposizioni soggettive e alle proposizioni epesegetiche) e si chiamano così perché fungono da complemento oggetto del verbo reggente.

In forma esplicita si costruiscono con ὡς / ὅτι seguiti dall’indicativo (se la reggente ha un tempo principale) o dall’ottativo (se la reggente ha un tempo storico):

οἱ δημαγωγοὶ λέξουσιν ὡς τὸν κλέπτην γιγνώσκω

I demagoghi diranno che conosco il ladro

Qui il fatto che io conosca il ladro è ciò che diranno i demagoghi (quindi il complemento oggetto del verbo reggente). Come possiamo notare, la forma esplicita non presenta particolari difficoltà di traduzione, perché possiede la stessa struttura dell’italiano; ci basterà quindi analizzare le singole parole che abbiamo davanti e tradurre in sequenza la frase reggente, la congiunzione (cioè ὡς o ὅτι) e la frase oggettiva.

Se invece l’oggettiva si trova in forma implicita, il processo non è così immediato; tuttavia, con alcuni accorgimenti la traduzione si rivelerà meno complessa di quanto pensiamo.

In forma implicita le oggettive si costruiscono con il soggetto in accusativo e il verbo all’infinito (non sono introdotte da alcuna congiunzione):

ὁ κῆρυξ ἀγγέλλει τὸν στρατὸν εἶναι ἐν τῇ πόλει

L’araldo annuncia che l’esercito è in città

Quando ci troviamo di fronte a un’oggettiva in forma implicita, occorre tradurre la frase reggente (in questo caso ὁ κῆρυξ ἀγγέλλει), metterle subito dopo che, tradurre l’accusativo (che è il soggetto dell’oggettiva) e infine tradurre il verbo all’infinito:

ὁ κῆρυξ ἀγγέλλειL’araldo annuncia
Che
τὸν στρατὸνL’esercito
εἶναι ἐν τῇ πόλειÈ in città

Naturalmente può capitare che all’interno dell’oggettiva ci siano anche altri elementi oltre all’accusativo e all’infinito, ma l’importante è seguire in ogni caso questo procedimento, in modo da ridurre al minimo il rischio di sbagliare la traduzione (dopo avere tradotto l’accusativo e l’infinito ci occuperemo cioè di tutto il resto).

Le proposizioni oggettive con l’accusativo e l’infinito vengono chiamate infinitive oggettive.

Con che tempo dobbiamo tradurre l’infinito? In linea di massima, l’infinito presente esprime contemporaneità (per cui in italiano lo tradurremo con un tempo che faccia svolgere l’azione dell’oggettiva nello stesso momento dell’azione della reggente), l’infinito aoristo esprime anteriorità (per cui in italiano lo tradurremo con un tempo che faccia svolgere l’azione dell’oggettiva prima dell’azione della reggente) e l’infinito futuro esprime posteriorità (per cui in italiano lo tradurremo con un tempo che faccia svolgere l’azione dell’oggettiva dopo l’azione della reggente):

οἴομαι τὴν πόλιν πλούσιαν γίγνεσθαι

οἴομαι τὴν πόλιν πλούσιαν γενέσθαι

οἴομαι τὴν πόλιν πλούσιαν γενήσεσθαι

Ritengo che la città sia ricca

Ritengo che la città fosse ricca

Ritengo che la città sarà ricca

Ovviamente il modo che utilizziamo dipende da quello richiesto dal verbo reggente in italiano (ad esempio, ritengo regge il congiuntivo, mentre so regge l’indicativo).

L’infinito perfetto è più raro e serve a sottolineare il valore risultativo di qualcosa, cioè esprime la conseguenza che un fatto passato ha nel corso dell’azione della reggente.

Le proposizioni oggettive in forma implicita possono essere costruite anche con il participio congiunto (ma è una cosa che capita molto meno spesso):

οἱ στρατιῶται ᾔσθοντο τοὺς ἐχθροὺς ἐληλυθότους εἰς τὴν Ἑλλάδα

I soldati si accorsero che i nemici erano partiti per la Grecia

Anche qui vale lo stesso procedimento della costruzione con l’accusativo e l’infinito, per cui mettiamo la frase reggente all’inizio, la facciamo seguire da che e traduciamo poi il resto dell’oggettiva. Occorre ricordarsi che il participio andrà tradotto come se in greco fosse l’infinito dell’oggettiva (non possiamo cioè, per riprendere l’esempio di prima, tradurlo con “i quali erano partiti, ma con “erano partiti”, come se avessimo una normale costruzione con l’accusativo e l’infinito).

Anche qui tendenzialmente il participio presente esprime contemporaneità, il participio aoristo anteriorità, il participio futuro posteriorità e il participio perfetto ha valore risultativo.

Per riassumere

Le proposizioni oggettive si costruiscono in questo modo:

Forma esplicita

  • ὡς / ὅτι seguiti dall’indicativo (se la reggente ha un tempo principale) o dall’ottativo (se la reggente ha un tempo storico)

Forma implicita

  • Infinito e soggetto in accusativo

Attenzione

Le proposizioni oggettive sono perlopiù introdotte da verbi che significano dire, pensare, ritenerecredere.