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Rapporti tesi tra Alessandro e Atene

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Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Alexander, infestus iuxta Harpalo et Atheniensibus…

La versione termina con:

…potius quam purgamenta urbis admitterent

Traduzione

Alessandro, ostile ugualmente ad Arpalo e agli Ateniesi, ordinò che venisse preparata la flotta per dirigersi subito ad Atene. 

Mentre valutava tra sé e sé (letteralmente di nascosto) questo proposito, (gli) fu recapitata una lettera; Arpalo era entrato1 ad Atene e si era accattivato gli animi dei capi con il denaro; in seguito, essendosi tenuta l’assemblea del popolo, poiché aveva ricevuto l’ordine di uscire dalla città, era giunto presso i soldati greci, dai quali, dopo essere stato catturato, era stato ucciso a tradimento.

Felice per queste cose, (Alessandro) tralasciò il proposito di recarsi in Europa; ma ordinò che gli esuli, a parte quelli che si erano macchiati di sangue civile, venissero accolti da tutte le città dei Greci dalle quali erano stati cacciati.

I Greci, non osando disattendere l’ordine di Alessandro, restituirono ai condannati anche i beni.

Soltanto gli Ateniesi, difensori non solo della propria libertà, ma (di quella) comune, non obbedirono, essendo abituati ad essere governati non da un re (letteralmente da un potere regio), ma dalle leggi e dalle usanze degli avi.

Dunque, tennero fuori gli esuli dai propri territori, pronti a sopportare qualsiasi cosa piuttosto che accogliere la feccia della città.

1 I vari infiniti sono retti dalla frase sottintesa “la lettera diceva che”.