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La rivolta di Spartaco

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La versione inizia con:

Bellum, Spartaco duce, in Campania concitatum est…

La versione termina con:

…dimicans, quasi imperator, occisus est

Traduzione

La guerra scoppiò in Campania sotto la guida di Spartaco (letteralmente fu suscitata, essendo condottiero Spartaco), in cui militarono schiavi e gladiatori, uomini di infima sorte.

Il gladiatore Spartaco infatti, forzate le porte della scuola (letteralmente essendo stata forzata la scuola) di gladiatori di Lentulo, si lanciò fuori con trenta compagni della stessa sorte e, chiamati alle armi gli schiavi, radunò subito più di diecimila uomini, che intendevano rivendicare la libertà.

Presto si sparsero per tutta la Campania e, devastate le tenute e i villaggi, saccheggiarono con un terribile massacro Nola e Nocera, Turi e Metaponto.

Poiché affluivano nuove truppe, si costruirono scudi grossolani di vimini e spade (fatte) con il ferro rifuso delle prigioni.

Spartaco, dopo avere assalito con queste armi gli eserciti consolari, massacrò sull’Appennino le truppe di Lentulo, distrusse l’accampamento di Gaio Cassio presso Modena e stava per invadere Roma stessa.

Tuttavia, fu mandato contro di loro Licinio Crasso, respinti dal quale si rifugiarono nella parte più remota dell’Italia.

Lì, chiusi in un angolo del Bruzzio, fatta una sortita, andarono incontro a una morte degna di uomini liberi.

Spartaco stesso fu ucciso combattendo assai valorosamente in prima linea come un comandante.