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La saggezza stoica

Autore

Seneca

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Quod ceteri sapientes molliter et blande…

La versione termina con:

…oris aspersit eius sacrum caput

Traduzione

Ciò che gli altri sapienti insegnano fiaccamente e blandamente mi sembra simile a quei medici che danno ai malati non il rimedio che sembra essere il migliore e il più rapido, ma che piace a loro.

Gli stoici al contrario, avendo intrapreso un viaggio degno dell’uomo, non si preoccupano che (letteralmente non hanno in preoccupazione che) quel viaggio sembri piacevole, ma di condurci1 quanto prima a quella vetta della sapienza che si staglia sopra la sorte.

Tuttavia, i luoghi attraverso cui siamo chiamati sono scoscesi; ma soltanto la prima parte ha sassi e rupi, poi la scalata sembrerà agevole.

Noi sopportiamo con sdegno che Catone fu capito poco da quelli del suo tempo (letteralmente il suo tempo capì poco Catone) e ci sembra indegno che a lui, che contrastava una certa legge, fu strappata via la toga nel foro e che, trascinato per le vie della città, dovette sopportare le voci sfrontate, gli sputi e tutte le altre offese della folle moltitudine.

Ma Catone non considerò un’offesa il fatto che (letteralmente per Catone non fu di alcuna offesa il fatto che) il popolo gli tolse la toga e che il sudiciume della bocca sporcò la sua testa.

1 Il soggetto di educant è “gli stoici” (una traduzione alternativa ugualmente corretta sarebbe “che ci conducano”).