Greco

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Un satrapo donna

Autore

Senofonte

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Ἀκούσας ταῦτα ὁ Φαρνάβαζος ἔγνω…

La versione termina con:

…ἀποπνῖξαι αὐτὴν λέγεται

Traduzione

Farnabazo, avendo sentito queste cose, pensò che la donna dovesse diventare satrapo.

Questa, dopo che fu diventata padrona della regione, (gli) consegnava tributi non meno del marito1 e oltre a questi, quando si recava da Farnabazo, gli portava sempre doni e, quando quello andava nella regione, lo riceveva di gran lunga più sontuosamente e cortesemente di tutti i governatori e gli preservava le città che aveva ricevuto e tra quelle che non erano assoggettate acquisì le città marittime di Larisa, Amassito e Colone, assalendo le mura con un esercito mercenario greco, mentre assisteva di persona su un carro; dava con soddisfazione doni a chi era oggetto delle sue lodi (letteralmente lodava), cosicché l’esercito mercenario era equipaggiato assai splendidamente.

Faceva spedizioni militari insieme a Farnabazo, anche quando (egli) marciò contro i Misi e i Pisidi, poiché avevano saccheggiato la regione del re.

Di conseguenza Farnabazo la onorava a propria volta magnificamente e (quella) fu (sua) consigliera, quando la convocava.

Quando ormai aveva più di quarant’anni, si dice che Midia, che era il marito di sua figlia, infervorato da alcuni (che dicevano) che era vergognoso che comandasse una donna e che lui fosse invece un comune cittadino, poiché quella sorvegliava molto gli altri, come è normale in una tirannide, mentre invece si fidava di quello e lo amava come una donna può amare un genero, essendosi (egli) fatto avanti, la strangolò.

1 La donna che diventò satrapo si chiamava Mania; suo marito era il precedente satrapo e si chiamava Zeni.