Latino

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Il successo, premio della fatica

Autore

Seneca

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Qui vir fortis est, qui nolit laborem et officia…

La versione termina con:

…mihi virtutem suam ostendere volet

Traduzione

Quale uomo, che non vuole aspirare alla fatica e ai doveri correndo qualche pericolo (letteralmente con pericolo), è forte?

Vediamo che gli atleti vogliono lottare con i maestri di ginnastica per prepararsi alla gara; preferiscono essere malmenati e strapazzati piuttosto che trascurare l’allenamento, che li prepara (letteralmente li rende preparati) alla gara.

Non credere che il valore possa fiorire senza un avversario.

Anche tu vuoi essere forte nelle avversità?

Imita gli atleti.

Ama la dura fatica, ma prima allenati a sostenerla (letteralmente ma prima della fatica esercitati per essa).

Gli uomini smidollati in realtà vorrebbero avere tutte le cose a portata di mano, non vorrebbero soffrire, preferirebbero riposarsi piuttosto che gareggiare; ma sono ingannati da questa vana speranza.

Vedemmo già molti che, siccome non avevano mai voluto fare qualcosa con impegno, colpiti dal primo slancio della sorte, caddero come foglie secche.

È così: la sorte non ti darà nulla, a meno che tu lo voglia e combatta.

La sorte infatti vuole combattere contro avversari forti; essa dice a se stessa: “Non voglio scontrarmi con un uomo pronto a essere sconfitto; ne cerco uno fortissimo; concederò volentieri la vittoria a colui che vorrà mostrarmi il proprio valore”.