Greco

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Catone il censore, homo novus

Autore

Plutarco

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Μάρκῳ δὲ Κάτωνι φασιν ἀπὸ Τούσκλου…

La versione termina con:

…εἶδος ὑπόπυρρος καὶ γλαυκός

Traduzione

Dicono che Marco Catone avesse la famiglia (proveniente) da Tuscolo e che prima del servizio militare e della politica vivesse (letteralmente avesse la dimora e la vita) nei territori paterni vicino ai Sabini.

Nonostante i suoi antenati sembrino essere completamente sconosciuti, Catone stesso loda il padre Marco come un uomo onesto e marziale e dice che spesso il nonno Catone aveva ottenuto dei premi al valore e che, avendo perso cinque cavalli da guerra nel corso delle battaglie, ricevette dallo Stato il prezzo (corrispondente) per il coraggio.

Poiché i Romani sono soliti chiamare uomini nuovi quelli che non avevano fama (derivante) dalla stirpe, ma che cominciavano a essere conosciuti per se stessi, come appunto chiamavano anche Catone, lui stesso diceva di essere nuovo per il potere e la fama, ma antichissimo per le imprese e le virtù degli antenati.

Prima era chiamato con il terzo dei nomi non Catone, ma Prisco, in seguito ricevette Catone come soprannome della (propria) capacità; infatti i Romani chiamano “catus” un uomo esperto.

Riguardo all’aspetto, aveva i capelli rossi e gli occhi azzurri (letteralmente era rossastro e ceruleo).