Greco

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I cavalcatori di avvoltoi

Autore

Luciano

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Δόξαν δὲ ἡμῖν καὶ ἔτι πορρωτέρω…

La versione termina con:

…καὶ μηδένα κίνδυνον ὑφορᾶσθαι

Traduzione

Avendo deciso di procedere ancora più in là, fummo presi da quelli che presso di loro vengono chiamati cavalcatori di avvoltoi, dopo averli incontrati.

Questi cavalcatori di avvoltoi sono uomini che montano su grandi avvoltoi e che utilizzano gli uccelli come cavalli; gli avvoltoi infatti (sono) grandi e perlopiù tricefali.

Uno potrebbe comprendere la loro grandezza da ciò: raccontano che ciascuna delle piume sia più grande e più massiccia dell’albero di una grande nave da carico.

A questi cavalcatori di avvoltoi dunque è stato ordinato di volare intorno al territorio e, se viene trovato uno straniero, di condurlo dal re; e dunque, dopo averci presi, ci conducono da lui.

Quello, dopo averci visto e avere fatto una supposizione in base al vestito, disse: “Stranieri, dunque voi (siete) greci?”.

Poiché dicevamo di sì, disse: “Come dunque siete giunti, dopo avere attraversato un cielo tanto grande?”.

E noi gli raccontavamo il tutto; e questo, dopo avere cominciato, ci raccontava la propria storia (letteralmente ciò riguardo a se stesso), come egli, che era un uomo di nome Endimione, un giorno, mentre dormiva, fu rapito dalla nostra terra e, dopo essere arrivato, divenne re della regione; diceva che quella regione che ci appariva in basso era la luna.

Ma esortava a stare di buon animo e a non temere alcun pericolo.