Greco

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Ciro onorava chiunque si distinguesse nel fare il proprio dovere

Autore

Senofonte

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Κῦρος δ’ἑαυτῷ σκηνὴν μὲν κατεσκευάσατο…

La versione termina con:

…καὶ ταχεῖς καὶ ἀόκνους καὶ ἀταράκτους

Traduzione

Ciro fece allestire per sé una tenda abbastanza grande da contenere quelli che invitava a cena.

Invitava perlopiù i tassiarchi che gli sembrava opportuno invitare, talvolta invitava anche (letteralmente i tassiarchi che gli sembrava che fosse opportuno, c’è un tempo in cui invitava anche) alcuni dei locaghi e dei comandanti di dieci uomini e dei comandanti di cinque uomini, talvolta anche i soldati, talvolta anche un intero reparto di cinque uomini, un intero reparto di dieci uomini, un intero plotone e un intero schieramento.

Ogni volta che vedeva qualcuno (letteralmente alcuni) che faceva qualcosa che egli stesso voleva fare, lo invitava e lo onorava.

I cibi serviti erano sempre uguali per lui e per quelli invitati a cena.

E considerava sempre gli addetti all’esercito uguali a tutti; gli sembrava infatti che fosse giusto onorare gli addetti alle questioni militari non meno né degli araldi né degli ambasciatori.

E infatti riteneva che fosse necessario che questi fossero fedeli ed esperti delle questioni militari e abili e inoltre anche zelanti e lesti e risoluti e sereni.