Latino

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Contro gli agitatori sociali

Autore

Cicerone

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Multa, quae consulto praetereo, fuerunt…

La versione termina con:

…populus velle audire videatur

Traduzione

Molte cose, che tralascio di proposito, furono in un contrasto tale che le aspirazioni popolari discordavano dal proposito dei nobili1.

Adesso ormai non c’è alcun motivo di dissenso tra il popolo e i nobili (letteralmente non c’è nulla in cui il popolo dissenta dai nobili) e (il popolo) non reclama alcuna cosa e non è avido di novità e si rallegra per la propria tranquillità e per il prestigio e per la gloria di tutto lo Stato2.

E così gli uomini sediziosi e turbolenti, poiché ormai non possono aizzare il popolo romano con alcuna elargizione, dato che la plebe, dopo avere compiuto sedizioni e rivolte violentissime, apprezza la tranquillità (letteralmente si dà alla tranquillità), tengono assemblee prezzolate e attraverso premi e ricompense fanno sì che sembri che il pubblico voglia ascoltare le cose che dicono o propongono.

1 Per questa frase è stata seguita la traduzione consigliata sul libro; un’alternativa ugualmente corretta potrebbe essere “ci furono molte cose in questa contesa tali per cui (letteralmente cosicché) le aspirazioni popolari discordavano dal proposito dei nobili”.

2 Se traducessimo letteralmente il testo riportato sul libro, otterremmo “e la gloria non reclama alcuna cosa e non è avida di novità e si rallegra per l’onore di tutto lo Stato”, che però non ha alcun senso rispetto al resto della frase. Ciò è dovuto al fatto che l’autore del libro ha modificato il testo originale di Cicerone, in cui c’erano l’aggettivo cupidus (riferito a “populus”) al posto di “cupida” e la congiunzione et dopo “dignitate”. Conviene quindi seguire la traduzione riportata sopra, che rispecchia la costruzione originale della frase.