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Crudeltà a Roma dopo la morte di Vitellio

Autore

Tacito

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Interfecto Vitellio, bellum magis desierat…

La versione termina con:

…temperandae victoriae impares fuere

Traduzione

Ucciso Vitellio, era piuttosto finita la guerra che iniziata la pace.

I vincitori, armati, davano la caccia per la città ai vinti con odio implacabile; le vie (erano) piene di massacri, le piazze e i templi (erano) insanguinati, poiché (gli uomini) erano stati trucidati dappertutto a seconda che il caso li avesse esposti alle rappresaglie (letteralmente come il caso aveva esposto ciascuno).

E in seguito, poiché la sfrenatezza cresceva, cercavano e stanavano quelli che si erano nascosti; se vedevano qualcuno alto d’aspetto e in età giovanile, lo ammazzavano, senza alcuna distinzione tra soldati e popolazione civile.

Poi la ferocia si trasformò in avidità (di saccheggio).

Non lasciavano nascosto o inviolato alcun luogo (letteralmente nulla da nessuna parte), fingendo di cercare i Vitelliani.

Iniziarono dunque a forzare le porte e a uccidere chi faceva resistenza (letteralmente questo fu l’inizio del forzare le porte o, se si opponeva resistenza, un motivo di uccisione).

Allora i più spregevoli degli schiavi tradivano di propria iniziativa i padroni; altri venivano denunciati dagli amici.

Dappertutto (c’erano) lamenti e grida, al punto che veniva rimpianta l’odiosa insolenza dei soldati di Otone e di Vitellio.

I capi, che furono risoluti nel suscitare la guerra civile, furono incapaci di controllare la vittoria.