Latino

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Nelle difficoltà il comandante è uguale ai suoi soldati

Autore

Curzio Rufo

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Crescente aestu, quidquid vini et aquae erat…

La versione termina con:

…quam propter illos attulistis, date

Traduzione

Poiché il caldo aumentava, tutta l’acqua e il vino che c’erano venivano ingeriti da tutti e il piacere di bere fu talmente grande che non veniva temuta la sete per il giorno successivo.

I soldati, appesantiti per il liquido bevuto avidamente, non potevano reggere le armi, non (potevano) proseguire; e sembravano più fortunati quelli a cui era mancata l’acqua, poiché gli altri erano costretti a vomitare (letteralmente essi stessi erano costretti a espellere con il vomito) l’acqua inghiottita senza moderazione.

Gli amici, dopo essersi stretti intorno al re, angosciato da simili disgrazie, lo pregavano di ricordarsi che l’unico rimedio per l’esercito sfinito era la grandezza del suo animo, quando1 si fecero avanti due (uomini) che portavano acqua in otri per soccorrere i propri figli, che erano nell’esercito.

Essendosi questi imbattuti nel re, uno di loro, aperto un otre, riempì una coppa che portava con sé, porgendola al re.

Quello la prese e, domandando a chi portassero l’acqua, seppe che quelli la portavano ai figli.

Allora, restituita la coppa piena, così come era stata offerta, disse: “Non sopporto di bere da solo e non posso dividere con tutti una quantità così esigua.

Voi correte e date ai vostri figli l’acqua che avete portato per loro”.

1 Il senso è “quando all’improvviso…”.