Latino

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I promotori dell’incivilimento

Autore

Cicerone

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Fuit quoddam tempus, cum in agris homines…

La versione termina con:

…immanibus mites reddidit et mansuetos

Traduzione

Ci fu un tempo in cui (letteralmente quando) gli uomini vagavano qua e là nei campi a mo’ di bestie e vivevano di cibo selvatico (letteralmente perpetuavano la vita con cibo selvatico) e non risolvevano alcuna cosa con la razionalità della mente, ma risolvevano la maggior parte delle cose con le forze del corpo; non c’era ancora considerazione (letteralmente non veniva ancora osservata la questione) della religione divina né del dovere umano, nessuno aveva visto nozze legalmente valide; nessuno aveva visto figli legittimi; (nessuno) aveva capito quale utilità avesse la legge uguale per tutti (letteralmente il diritto uguale).

Così per errore e per ignoranza la cupidigia, cieca e sconsiderata dominatrice dell’animo, abusava delle forze del corpo, complici pericolosissime, per appagarsi.

In quel tempo un uomo certamente grande e saggio capì che capacità e che grande occasione di fare cose straordinarie (letteralmente quale capacità e che grande occasione per cose grandissime) ci fossero negli animi degli uomini, se qualcuno avesse potuto tirarle fuori1 e renderle migliori con l’educazione (letteralmente istruendole).

Costui con una certa accortezza spinse e radunò in un unico luogo gli uomini sparsi qua e là nei campi e nascosti in ripari selvatici e, guidandoli verso ogni2 comportamento utile e onesto3, li rese miti e mansueti da selvatici e feroci, nonostante dapprima si opponessero per la mancanza di abitudine, mentre in seguito lo ascoltavano più attentamente per la (sua) intelligenza ed eloquenza.

1 Il pronome eam, che dal punto di vista grammaticale è singolare, dal punto di vista logico si riferisce sia a “materia” sia a “opportunitas”, per cui possiamo tradurlo al plurale (la traduzione letterale invece sarebbe “se qualcuno avesse potuto tirarla fuori e renderla migliore istruendola”).

2 Le parole unam e quamque non sono altro che la forma divisa di unamquamque, cioè l’accusativo femminile singolare del pronome “unusquisque”, che talvolta può presentarsi con i due elementi che lo compongono separati.

3 Cioè abituandoli a comportarsi in maniera utile e onesta nei confronti degli altri.