Greco

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Funesto ritorno di Teseo

Autore

Diodoro Siculo

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Ἀνακομιζόμενος δ’εἰς τὴν πατρίδα καὶ κλέψας…

La versione termina con:

…προσκόψαντα τῷ ζῆν, ἑαυτὸν κατακρημνίσαι

Traduzione

Mettendosi in viaggio verso la patria e avendo rapito Arianna, (Teseo) salpò di nascosto di notte e approdò su un’isola che allora era chiamata Dia, adesso Nasso. 

Raccontano che in quel momento Dioniso, dopo che fu apparso e a causa della bellezza di Arianna ebbe sottratto a Teseo la vergine, prese in sposa (letteralmente come moglie legittima) costei, che fu particolarmente amata.

Dopo appunto la sua morte (raccontano che) per amore la considerò degna di onori divini, ponendo in cielo la corona di Arianna1.

Dicono che Teseo e gli altri (letteralmente quelli intorno a Teseo), essendo fortemente irritati per il rapimento2 della fanciulla ed essendosi dimenticati dell’ordine di Egeo a causa del dolore, navigarono verso l’Attica con le vele nere. 

E (dicono che) Egeo, avendo visto l’approdo e avendo pensato che il figlio fosse morto, compì contemporaneamente un’azione eroica e una disgrazia; infatti, dopo essere salito sull’acropoli e avere provato avversione per il vivere a causa dell’eccesso di dolore, si gettò giù.

1 Durante la permanenza di Arianna sull’isola di Nasso Dioniso le aveva regalato un diadema, che dopo la sua morte trasformò in una costellazione (nota ancora oggi con il nome di “corona di Arianna”).

2 Erano cioè infastiditi dal fatto che Dioniso l’avesse portata via.