Latino

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Onorata povertà di uomini illustri

Autore

Valerio Massimo

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Cum secundo Punico bello Cneius Scipio…

La versione termina con:

…quas amiserat, redimi publice iussit

Traduzione

Poiché Gneo Scipione durante la seconda guerra punica scrisse dalla Spagna al senato chiedendo che gli venisse mandato un sostituto, dato che aveva una figlia vergine in età ormai adulta e senza di lui non poteva esserle procurata una dote, il senato prese su di sé le parti del padre, affinché lo Stato non si privasse di un buon condottiero, e stabilita una dote su decisione della moglie e dei parenti di Scipione prelevò il suo importo dall’erario e diede in sposa la ragazza.

Attilio Regolo, gloria della prima guerra punica, mentre fiaccava in Africa con frequenti vittorie la potenza dell’arrogantissima Cartagine e dopo che ebbe saputo che il comando gli era stato prorogato per l’anno seguente per l’ottimo lavoro svolto (letteralmente per le cose condotte bene), scrisse ai consoli che era morto il fattore nel poderetto di sette iugeri che possedeva e che un bracciante, cogliendo l’occasione, portati via da lì gli attrezzi agricoli, se n’era andato; e perciò chiedeva che gli venisse mandato un sostituto, affinché la moglie e i propri figli non restassero senza cibo (letteralmente non mancasse da dove la moglie e i propri figli si nutrissero), trascurato il campo.

Dopo che il senato ebbe appreso queste cose dai consoli, ordinò che il campo di Attilio fosse dato in affitto da coltivare e che i prodotti fossero dati a sua moglie e ai figli e che le cose che aveva perso fossero ricomprate a spese dello Stato.