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Il participio (schema generale)

Il participio in greco si comporta come il participio in italiano, cioè possiede allo stesso tempo le caratteristiche di un nome e di un verbo.

Ciò significa che il participio in greco:

  • dato che è come un nome, è declinabile
  • dato che è come un verbo, ha un tempo (presente, futuro, aoristo o perfetto) e una diatesi (cioè può essere attivo o mediopassivo)

All’interno della frase il participio può avere una funzione nominale, se funge da nome o da aggettivo, oppure verbale, se funge da verbo.

A seconda della funzione che assume, il participio può essere:

Se ha funzione nominale

  • sostantivato
  • attributivo
  • predicativo

Se ha funzione verbale

  • congiunto
  • assoluto

Participio sostantivato

Corrisponde, come dice il nome stesso, a un sostantivo ed è molto spesso preceduto dall’articolo. Si traduce con colui che, colei che, la cosa che (a seconda che sia maschile, femminile o neutro) seguiti dal verbo oppure, quando è possibile, con un sostantivo:

ὁ λέγων

Colui che parla

οἱ βίοντες

I viventi

Letteralmente “coloro che vivono”

Participio attributivo

È legato a un sostantivo (a cui fa da aggettivo) e si traduce con una proposizione relativa oppure, quando è possibile, con un aggettivo:

οἱ παίζοντες φίλοι

Gli amici che scherzano

τοῦ παρόντος βίου

Della vita attuale

Letteralmente “che è presente”

Di solito è in posizione attributiva (cioè tra l’articolo del nome e il nome oppure dopo articolo, nome e articolo ripetuto), ma può anche capitare che si trovi con un nome senza articolo:

ὁ βαίνων παῖςIl ragazzo che cammina
τὸ γένος τὸ δῦονLa stirpe che tramonta
μῆνιν οὐλομένηνL’ira funesta

Participio predicativo

È retto da un verbo (di cui completa il senso) e può concordare con:

  • soggetto (participio predicativo del soggetto)
  • complemento oggetto (participio predicativo dell’oggetto)

Si traduce con un infinito o con una proposizione dichiarativa:

Soggetto

ὁ ποιητὴς ἄρχεται ᾄδων

Il poeta inizia a cantare

Complemento oggetto

ὁρῶ νύμφην κλαίουσαν

Vedo che la ninfa piange

Bisogna fare attenzione a non tradurre il participio predicativo come se fosse un participio attributivo:

Vedo che la ninfa piange

E NON

Vedo la ninfa che piange

Per sapere se siamo in presenza di un participio predicativo o di un participio attributivo, basta guardare se il participio è retto da un verbo (e allora è predicativo) oppure no (e allora è attributivo).

Quattro verbi assumono un significato particolare, quando reggono un participio predicativo:

φθάνωPrima
λανθάνωDi nascosto
τυγχάνωPer caso
φαίνομαιManifestamente

ὁ ἵππος λανθάνει πίνων

Il cavallo beve di nascosto

In pratica, quando uno di questi verbi regge un participio predicativo, lo sostituiamo con il significato che c’è nella tabella e traduciamo il participio come se avesse lo stesso tempo e lo stesso modo di quel verbo.

Participio congiunto

È legato a un sostantivo (che può essere sottinteso) e si traduce con una proposizione:

  • causale
  • temporale
  • concessiva
  • ipotetica
  • finale (solo il participio futuro)

ὁ στρατιώτης μάχεται διωκόμενος ὑπὸ τῶν πολεμίων

Il soldato combatte, poiché è inseguito dai nemici

Il soldato combatte, mentre è inseguito dai nemici

Il soldato combatte, nonostante sia inseguito dai nemici

Il soldato combatte, se è inseguito dai nemici

A volte il participio congiunto è preceduto da una congiunzione che permette di identificare la sfumatura assunta dalla proposizione subordinata (ad esempio ἅτε indica che ha un significato causale).

Attenzione

Se il participio è riferito al soggetto della proposizione principale, può essere tradotto anche con un gerundio:

Il soldato combatte, essendo inseguito dai nemici

MA

Il generale aiuta il soldato, poiché è inseguito dai nemici

Se usassimo il gerundio anche nel secondo caso, il suo soggetto sarebbe il generale e non più il soldato.

Participio assoluto

È legato a un sostantivo con cui forma una proposizione completamente separata da quella principale. A seconda del caso in cui il participio e il sostantivo si trovano, formano insieme un:

  • genitivo assoluto (il più frequente)
  • accusativo assoluto
  • nominativo assoluto

L’accusativo assoluto si costruisce con il participio di verbi impersonali (cioè che non hanno bisogno di un soggetto), per cui nel suo caso non c’è un sostantivo legato al verbo.

Il participio assoluto si traduce come il participio congiunto (escluso però il valore finale):

Genitivo

τοῦ βασιλέως φεύγοντος, πόλις μάχεται

Mentre il re scappa, la città combatte

Accusativo

ἡμῖν ἐξὸν κατέρχεσθαι, μένομεν

Nonostante per noi sia possibile andare, rimaniamo

Nominativo

θανὼν βασιλεὺς, πάντες τρέχουσιν

Poiché il re è morto, tutti corrono

Perché si chiamano così?

I nomi dei vari participi derivano dalla caratteristica peculiare che li contraddistingue:

Sostantivato

Funge da sostantivo (cioè da nome).

Attributivo

Funge da attributo (cioè da aggettivo).

Predicativo

Completa il senso del predicato (cioè del verbo).

Congiunto

È congiunto (cioè legato) a un nome.

Assoluto

È slegato (absolutus) dal resto della frase, nel senso che non è connesso grammaticalmente a nessun altro elemento.