Il perenne divenire dell’universo
Autore
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Libro
Il nuovo Latina Lectio
La versione inizia con:
Nemo nostrum idem est in senectute…
La versione termina con:
…habet quam habuit: ordinem mutat
Traduzione
Nessuno di noi nella vecchiaia è lo stesso che fu da giovane; nessuno di noi al mattino è lo stesso che fu il giorno prima.
I nostri corpi vengono portati via alla maniera dei fiumi; tutto ciò che vedi corre insieme al tempo; nessuna delle cose che vediamo rimane.
Io stesso, mentre dico che queste cose si trasformano, sono cambiato.
Questo è ciò che dice Eraclito: “Nello stesso fiume scendiamo e non scendiamo due volte”.
Infatti, il nome del fiume rimane uguale, l’acqua è passata oltre.
Questa cosa è più evidente nel fiume che nell’uomo, ma una corrente non meno veloce trascina via anche noi; e perciò mi stupisco della nostra stoltezza, poiché amiamo così tanto una cosa estremamente effimera, il corpo, e temiamo di morire un giorno, mentre invece ogni istante è la morte dell’istante precedente.
Vuoi tu non temere che accada una volta ciò che accade ogni giorno?
Ho parlato dell’uomo, materia instabile e caduca ed esposta a situazioni di ogni genere: anche l’universo, cosa eterna e indistruttibile, si trasforma e non rimane lo stesso.
Infatti, benché abbia in sé tutte le cose che ha avuto1, le ha diversamente da come le ha avute: cambia (il loro) ordine.
1 Il significato di questa frase è che tutte le cose che sono nate nell’universo, anche se si sono trasformate, continuano a fare parte dell’universo.