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La Sicilia preromana

Autore

Giustino

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Siciliae primo Trinacria nomen fuit, postea Sicania…

La versione termina con:

…in Romanorum dicionem tota insula venit

Traduzione

La Sicilia inizialmente ebbe come nome Trinacria, poi fu denominata Sicania.

Questa fu dapprima patria dei Ciclopi, che abitavano nelle caverne e allevavano capre e pecore nei pascoli; dopo che questi furono scomparsi, Cocalo divenne re (letteralmente si impadronì del potere regio) dell’isola.

Successivamente le città caddero una a una sotto il dominio dei tiranni, che regnarono con il titolo e con il potere di re.

Tra questi i più celebri furono Gerone e i due Dionigi di Siracusa e Falaride, che ottenne il controllo di Agrigento e fu famoso per l’immensa crudeltà. 

Fu tuttavia diversa la condotta di un tiranno di nome (letteralmente che ebbe come nome) Anassilao, che rivaleggiò con gli altri re per la giustizia e non per la crudeltà.

La sua moderazione gli portò notevoli frutti (letteralmente trasse un frutto della propria moderazione non piccolo); infatti, morendo lasciò figli piccoli e affidò la loro tutela a Micalo, servo di comprovata fiducia.

Poiché però il ricordo di Anassilao perdurava in tutti, i suoi cittadini preferirono obbedire al servo piuttosto che abbandonare i figli del re; e i nobili della città, dimentichi1 del proprio prestigio, dimentichi1 della propria onorabilità, sopportarono che il regno fosse governato da (letteralmente fosse amministrato attraverso) un servo.

Anche i Cartaginesi e Pirro vollero ottenere il controllo della Sicilia e a lungo si combatté contro i tiranni con sorte alterna, finché l’intera isola cadde sotto il dominio dei Romani.

1 Non si tratta della 2a persona singolare del verbo “dimenticare” (tu dimentichi), ma dell’aggettivo “dimentico”, che significa “scordandosi” (come nella frase “il console, dimentico dei propri obblighi, fuggì”).