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Sogni premonitori

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Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Heraclides Ponticus inter rerum scriptores suae aetatis…

La versione termina con:

…triginta annorum regnum Cyro portendi

Traduzione

Eraclide Pontico fu di gran lunga l’autore più importante tra gli storici della propria epoca e allo stesso tempo un attentissimo discepolo di Platone.

Costui narra che la madre di Falaride vide in sogno (letteralmente nei sogni) i simulacri degli dei che ella stessa aveva consacrato in casa, la cui statura era un po’ più grande (di quella) degli uomini.

Tra questi Mercurio sembrò versare sangue da una patera1 che teneva in mano; questo, dopo che ebbe toccato terra, sembrava ribollire più caldo di prima.

Inoltre, quanto più diffusamente questo si spargeva dalla patera, tanto più abbondantemente tutta la casa traboccava di esso.

E che dire poi di (letteralmente perché io ora dovrei riferire) quei sogni che i magi interpretarono per Ciro, senza dubbio il più nobile tra i capi dei Persiani?

Poiché infatti gli sembrò, mentre dormiva, che il sole giacesse ai (suoi) piedi, per tre volte cercò di afferrarlo con le mani; ma per tre volte il sole, rigirandosi, sfuggì e andò via.

Quello allora consultò i più competenti tra i magi; questo genere di saggi era considerato coltissimo e allo stesso tempo estremamente veritiero presso i Persiani.

Infatti, interpretavano persino i sogni e i presagi più oscuri con grandissima perizia.

Questi risposero che dal triplice tentativo di impossessarsi del sole veniva preannunciato a Ciro un regno di trent’anni.

1 Una coppa che veniva utilizzata per i sacrifici.