Latino

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Una triste vicenda

Autore

Cicerone

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Quaedam Dinaea filios habuit Aurium, Numerium…

La versione termina con:

…et illius adulescentis misericordia commoventur

Traduzione

Una certa Dinea ebbe come figli Aurio, Numerio e Gneo e come figlia Magia, data in sposa ad un certo Oppianico.

Scoppiata la guerra italica, l’adolescente Aurio fu catturato presso Ascoli; gli altri figli di Dinea e la figlia morirono in pochi anni.

Dinea intanto, saputo che il figlio Aurio era vivo e che si trovava in schiavitù nel territorio della Gallia, poiché sperava (letteralmente aveva la speranza) di recuperare un figlio, dato che gli altri figli erano stati perduti, chiamò i parenti e chiese a loro, piangendo, di cercare il giovane e di riportarle quel figlio superstite.

Fatte queste cose, fu colpita da una malattia.

E così fece un testamento tale per cui (letteralmente di genere tale che) lasciava al figlio la maggior parte dei beni, mentre concedeva la parte rimanente (letteralmente essendo concessa la parte rimanente) a Oppianico.

Questo Oppianico, uomo di straordinaria temerarietà, dopo avere trovato Aurio, lo fece uccidere all’insaputa degli altri parenti (letteralmente essendo ignari gli altri parenti).

Scoperto il delitto, gli animi non solo dei parenti, ma anche di tutti i cittadini si commossero per l’odio di Oppianico e per la compassione di quel giovane.