Greco

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Vicende dell’assedio di Tebe (2)

Autore

Pseudo Apollodoro

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Μελάνιππος δὲ ὁ λοιπὸς τῶν Ἀστακοῦ παίδων…

La versione termina con:

…ἐρινύι κατὰ τὴν συνουσίαν

Traduzione

Melanippo, l’ultimo rimasto dei figli di Astaco, ferì allo stomaco Tideo.

Mentre egli giaceva mezzo morto, Atena, dopo essersi rivolta a Zeus, (gli) portò un rimedio, tramite il quale aveva intenzione di renderlo immortale.

Anfiarao, essendosi accorto di ciò, poiché odiava Tideo per il fatto che aveva convinto gli Argivi a marciare contro Tebe contro la sua1 opinione, dopo che ebbe tagliato la testa di Melanippo, gliela porse (Tideo, nonostante fosse stato ferito, lo aveva ucciso).

Quello, dopo averla fatta a pezzi, inghiottì il cervello.

Quando Atena (lo) vide, provando avversione, sospese il beneficio e si indignò.

Ad Anfiarao, che fuggiva presso il fiume Ismeno, prima che venisse ferito alla schiena da Periclimeno, Zeus aprì la terra (sotto i piedi), dopo avere scagliato un fulmine.

Quello rimase nascosto con il carro e con l’auriga Batone, secondo alcuni Elatone, e Zeus lo rese immortale.

Il cavallo Arione salvò soltanto Adrasto; Demetra lo aveva concepito da Poseidone, dopo essersi resa simile a un’Erinni per congiungersi a lui (letteralmente per l’unione).

1 L’opinione di Anfiarao.