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La volpe e la cicala (Gymnasion 1)

Traduzione della versione La volpe e la cicala di Esopo del libro Gymnasion 1:

Una cicala cantava su un alto albero.

Una volpe, volendo mangiarla, escogitò ciò (letteralmente queste cose).

Rimase di fronte e la lodò per la bella voce e (la) esortò a scendere: “Voglio vedere” disse “l’animale che canta così bene”.

E quella1 sospettò la sua insidia: staccò dunque una foglia e la gettò a terra.

La volpe dunque si avventò2 sulla foglia come sulla cicala, ma la cicala disse dall’alto: “Ma ti inganni, cara mia, se pensi che io scenda da te: io infatti sto in guardia dalle volpi da quando (letteralmente da quel tempo quando) vidi nella grotta di una volpe le ali di una cicala”.

Il racconto mostra che le disgrazie dei nostri simili (letteralmente di quelli vicino) rendono saggi gli uomini accorti (letteralmente gli accorti tra gli uomini).

La cicala.

Va bene anche “si avvicinò di corsa” (come indica il vocabolario del libro). Il senso di questa frase è che la volpe, pensando che la foglia sia in realtà la cicala, le si getta contro.