Latino

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L’assassinio di Cesare

Autore

Svetonio

Libro

Il nuovo Latina Lectio

La versione inizia con:

Adsidentem conspirati specie officii circumsteterunt…

La versione termina con:

…dependente brachio, tres servuli domum rettulerunt

Traduzione

Mentre si sedeva, i congiurati lo circondarono con il pretesto di rendergli omaggio (letteralmente di rispetto) e subito Cimbro Tillio, che si era incaricato dell’iniziativa (letteralmente si era assunto le prime parti), si avvicinò come per chiedergli qualcosa e, mentre (Cesare) faceva cenno di no e rimandava (la questione) a un altro momento, gli afferrò da entrambe le spalle la toga; poi, mentre urlava “Ma questa è violenza”, uno dei due Casca lo ferì da dietro poco sotto la gola.

Cesare, dopo avere afferrato il braccio di Casca, lo trafisse (letteralmente trafisse il braccio, una volta afferrato, di Casca) con lo stilo e, nonostante avesse cercato di balzare via, fu ostacolato da un’altra ferita.

E quando si rese conto di essere aggredito da ogni parte dai pugnali impugnati, avvolse la testa nella toga, nello stesso momento tirò giù la veste fino ai piedi (letteralmente alla parte più bassa delle gambe) con la mano sinistra, affinché cadesse più dignitosamente, essendo stata coperta anche la parte inferiore del corpo.

E così fu trafitto da ventitré colpi, dopo che ebbe emesso (letteralmente essendo stato emesso) un unico gemito al primo colpo senza una parola; anche se alcuni hanno raccontato che disse a Marco Bruto, che gli si gettava contro: “Anche tu, figlio?”.

Mentre tutti fuggivano disordinatamente, giacque esanime per un po’ di tempo, finché, posto su una lettiga, con il braccio che pendeva, tre giovani schiavi lo riportarono a casa.