Greco

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I cavalieri medi e ircani riferiscono a Ciro le loro imprese

Autore

Senofonte

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Ἡνίκα δ’ἦν ἔξω μέσου ἡμέρας…

La versione termina con:

…καὶ σίτου καὶ πάντων ἀγαθῶν

Traduzione

Dopo mezzogiorno (letteralmente quando era dopo mezzogiorno) i cavalieri medi e ircani avanzavano, conducendo come prigionieri cavalli e uomini; infatti, non uccidevano quanti consegnavano le armi; dopo che furono arrivati, Ciro chiese loro innanzitutto se gli1 fossero tutti salvi; poiché gli dissero di sì, domandò poi che cosa avessero fatto.

Quelli descrivevano le cose che avevano compiuto ed esaltavano ciascuna cosa con audacia.

Quello ascoltava con piacere tutte le cose che volevano dire; e poi li lodò così: “Ma è evidente che siete stati uomini valenti; e infatti a vedersi sembrate più illustri, più nobili e più fieri rispetto a prima”.

Poi subito domandò loro anche quanta strada avessero percorso e se la regione fosse abitata.

Quelli dissero che ne avevano percorsa molta e che (la regione) era tutta abitata e che era piena sia di pecore sia di capre sia di buoi sia di cavalli sia di frumento sia di tutti i beni.

1 Si tratta di un dativo etico, cioè di un dativo che rappresenta la persona emotivamente coinvolta nell’azione (come quando in italiano diciamo “che cosa mi combini?”). Dato però che così la frase non suona molto bene, questo dativo, che si riferisce a Ciro, può essere omesso nella traduzione.