Greco

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Onestà premiata

Autore

Esopo

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Ξυλευόμενός τις παρά τῳ ποταμῷ…

La versione termina con:

…τοσοῦτον τοῖς ἀδίκοις ἐναντιοῦται

Traduzione

Un tale che raccoglieva legna perse la propria scure nel fiume.

Essendo allora in difficoltà, dopo essersi seduto presso la riva, piangeva.

Ermes, avendo saputo il motivo e avendo provato compassione per l’uomo, dopo essersi immerso nel fiume, portò su una scure d’oro e chiese (al taglialegna) se fosse quella che aveva perso.

Poiché quello diceva che non era quella, (Ermes), dopo essere sceso di nuovo, ne portò su (una) d’argento.

Poiché quello disse che nemmeno quella era la sua, (Ermes), dopo essere sceso per la terza volta, portò su quella (che era) la sua.

Poiché quello diceva che questa era davvero quella che era andata perduta, Ermes, apprezzando la sua onestà, gliele donò tutte.

Quello, dopo essere tornato indietro, raccontò tutti gli avvenimenti ai compagni.

Uno di questi decise di fare lo stesso e, dopo essere andato al fiume e avere gettato di proposito la propria scure nella corrente, si sedette piangendo.

Essendo dunque apparso anche a quello Ermes e avendo saputo il motivo del lamento, dopo essere andato giù, portò su allo stesso modo una scure d’oro e (gli) chiese se avesse perso quella.

Poiché quello disse con compiacimento “In verità sì, è quella”, il dio, detestando una tale impudenza, non solo tenne quella, ma non (gli) restituì nemmeno la sua.

Il racconto mostra che la divinità è tanto favorevole agli onesti quanto ostile ai disonesti.