Greco

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La rivolta degli schiavi in Sicilia

Autore

Diodoro Siculo

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Ἀρχὴ δὲ τῆς ὅλης ἀποστάσεως ἐγένετο…

La versione termina con:

…αὐτῶν τῶν ὑπομαζίων φειδόμενοι

Traduzione

L’inizio dell’intera rivolta fu questo.

C’era un certo Damofilo di Enna, ricchissimo per patrimonio, arrogante di carattere.

Questo trattava gli schiavi estremamente male e la moglie Megallide rivaleggiava con il marito per crudeltà e violenza (letteralmente per la punizione e l’ulteriore durezza) nei confronti degli schiavi.

Esasperati da queste cose, gli oltraggiati si accordarono gli uni con gli altri per una rivolta e per l’uccisione dei padroni.

E dopo che furono andati da Euno, chiesero se gli dei approvassero la loro decisione (letteralmente se ciò che era stato deciso da loro fosse approvato dagli dei).

Quello, rispondendo con ipocrisia, come faceva di solito, che (gli dei) acconsentivano, convinse (gli schiavi) ad attuare all’istante l’operazione.

Subito dunque radunarono quattrocento dei compagni di schiavitù e, quando si presentò il momento opportuno, dopo essersi armati, si precipitarono verso la città di Enna, con Euno che era al loro comando e inscenava falsi prodigi creando fiamme di fuoco1 (letteralmente essendo alla loro testa Euno e mostrando loro come un prodigio delle fiamme di fuoco).

Dopo che furono entrati nelle case, compirono una grandissima strage, non risparmiando nemmeno i neonati.

1 Secondo quanto si diceva, Euno era in grado di fare uscire del fuoco dalla bocca con un trucco; in questa occasione si serve di questo finto prodigio per impressionare gli schiavi e convincerli della propria natura soprannaturale.