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Diòniso (Gymnasion 1)

Traduzione della versione Diòniso del libro Gymnasion 1:

Ogni volta che il discorso ricade su Dioniso1, tutti pensano al vino o ai grappoli di uva matura della vite o anche alle baccanti che folleggiano insieme a lui (letteralmente a tutti viene in mente a proposito del vino o dei grappoli di uva matura della vite o anche delle baccanti che sono in preda al furore insieme a lui).

Tutte queste cose sono vere, ma non rivelano con precisione la natura del dio.

A Dioniso infatti è sacra non solo la vite, ma anche tutti gli alberi (letteralmente Dioniso infatti non ha sacra solo la vite, ma anche tutti gli alberi) nei quali scorre una linfa ben visibile2, il pino e l’edera, che sono sempreverdi3, e i grappoli della vite, la natura umida dei quali è molto simile al sangue.

Sono sacri a Dioniso anche quegli animali che gli uomini sacrificano agli dei (letteralmente quanti animali sono sacrificati dagli uomini agli dei, anche questi sono sacri a Dioniso), il toro e il caprone, così come quelli (letteralmente similmente anche quelli) in cui c’è un grandissimo vigore.

Dioniso comanda dunque tutte le cose che sono animate, e con il vino non solo rende pazzi gli uomini, ma li libera anche dalla pazzia.

È opera di Dioniso anche il teatro, dove gli attori, imitando le cose che accadono realmente nella vita, rallegrano gli spettatori e li liberano dalle sofferenze.

Se seguiamo l’accentazione greca, il nome del dio si pronuncia “Diòniso”, mentre secondo l’accentazione latina si pronuncia “Dionìso” (entrambe le pronunce sono corrette).

Va bene anche “molto manifesta” (come indica il vocabolario del libro), ma la traduzione riportata sopra sta meglio.

Letteralmente “che sono sempre verdi”, ma in italiano l’avverbio “sempre” e l’aggettivo “verdi” si uniscono e formano il termine “sempreverdi”, che indica quelle piante che non perdono le foglie né in autunno né in inverno (è la stessa cosa che accade in inglese con il termine “evergreen”).