Greco

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Opere e giorni

Le Opere e giorni sono un poema in esametri di Esiodo.

Ruotano intorno a due temi principali, la giustizia e il lavoro, che Esiodo affronta a partire dalla vicenda personale del fratello Perse.

Il poema è diviso in due parti:

  • la prima parte spiega come mai gli uomini debbano lavorare per vivere e presenta la giustizia come unico strumento di pace
  • la seconda parte consiste in un calendario

Trama

Il poema si apre con un’invocazione alle Muse, di cui viene subito dopo celebrato il padre, cioè Zeus, garante di δίκη (dike), cioè di giustizia.

Chiedendo al dio di assisterlo, Esiodo si rivolge al fratello Perse e lo esorta sia a rinunciare al disonesto proposito di corrompere i giudici locali per ottenere tutta l’eredità paterna sia a dedicarsi al lavoro nei campi, attività certamente faticosa, ma nobilitante. Ci sono infatti due tipi di ἔρις (eris), cioè di rivalità, tra gli uomini; una è quella che li porta a farsi la guerra, mentre l’altra è quella che spinge un uomo a cercare di emulare e di superare chi è più bravo di lui. Perse non deve quindi seguire la prima ἔρις, bensì la seconda, cercando di superare il fratello nel lavoro dei campi.

D’altronde, il lavoro è una necessità etica imposta agli uomini dagli dei, spiega Esiodo, che chiarisce questo concetto con due miti.

Il primo è il mito di Pandora. Per punire Prometeo, che aveva sottratto il fuoco agli dei e lo aveva donato agli uomini, Zeus invia sulla terra una creatura bellissima, Pandora, dandole un vaso che contiene tutti i mali del mondo; Pandora lo apre e li diffonde così tra gli uomini, che non possono più godere di un’esistenza priva di fatica. 

Il secondo è il mito delle cinque età, che suddivide la storia del genere umano in cinque epoche:

  • età dell’oro, in cui gli uomini vivevano felici come gli dei
  • età dell’argento, caratterizzata da una sciocca empietà
  • età del bronzo, segnata dalle guerre e dalla violenza
  • età degli eroi, dominata dai guerrieri delle saghe epiche
  • età del ferro, in cui vive Esiodo e travagliata da fatica e ingiustizia

L’ingiustizia che regna sulla terra viene spiegata attraverso il racconto dell’usignolo e dello sparviero. Uno sparviero (uccello rapace che si nutre di uccelli più piccoli), dopo avere catturato un usignolo, lo trasporta tra gli artigli e gli intima di non lamentarsi, perché chi è debole deve accettare di essere vittima di chi è più forte. Pertanto, visto che regna l’ingiustizia, gli uomini devono seguire δίκη e affidarsi a Zeus, in modo che chi è più forte non prevarichi sugli altri.

Dopo una serie di insegnamenti pratici rivolti a Perse, principalmente di agricoltura e di navigazione, il poema si conclude con un calendario di giorni fausti e infausti, giudicato però unanimemente spurio.