Greco

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Un oscuro rituale in onore di Poseidone (2)

Autore

Platone

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Ὅτ’οὖν κατὰ τοὺς αὑτῶν νόμους θύσαντες καθαγίζοιεν…

La versione termina con:

…γράψαντες μετὰ τῶν στολῶν μνημεῖα ἀνετίθεσαν

Traduzione

Quando dunque, avendo fatto sacrifici secondo le proprie leggi, consacravano tutte le parti del toro, gettavano nel cratere un grumo di sangue per ciascuno e mescolavano (letteralmente mescolando il cratere, gettavano dentro) e ponevano il resto nel fuoco, dopo avere purificato la stele; dopo ciò, attingendo dal cratere con coppe d’oro, mentre offrivano libagioni sul fuoco, giuravano che avrebbero giudicato secondo le leggi (incise) sulla stele e che, se qualcuno in precedenza le aveva trasgredite, lo avrebbero punito e che a propria volta dopo ciò non avrebbero trasgredito volontariamente l’iscrizione (letteralmente niente dell’iscrizione) e che non avrebbero esercitato il potere né obbedito a chi esercitava il potere, se non a chi si atteneva alle leggi del padre.

Ciascuno di loro augurò queste cose a se stesso e alla propria stirpe, poi bevve, consacrò la coppa nel tempio del dio e si dedicò al pasto e alle cose necessarie1; quando si fece buio e il fuoco intorno alle offerte si spense, allora tutti quanti, avendo indossato una veste azzurra bellissima e sedendo in terra vicino alle braci dei sacrifici, spegnendo del tutto il fuoco intorno al tempio, di notte venivano giudicati e giudicavano, se uno accusava qualcuno di loro di avere trasgredito qualcosa; quando si fece giorno, dopo avere giudicato e avere scritto il verdetto su una tavoletta d’oro, la consacravano come memoriale insieme alle vesti.

1 In teoria nel testo greco qui non c’è un punto e virgola, ma in italiano conviene inserirlo, altrimenti rischiamo di ritrovarci con una frase troppo lunga e di conseguenza incomprensibile (letteralmente sarebbe “avendo ciascuno di loro augurato queste cose a se stesso e alla propria stirpe, dopo avere bevuto e avere consacrato la coppa nel tempio del dio, essendosi dedicato al pasto e alle cose necessarie, quando si fece buio e il fuoco intorno alle offerte si spense, allora tutti quanti…”).